Roma, 22 giugno 2022 – “Sono morti ieri: in provincia di Verona, Marco, 26 anni, figlio del titolare della Cantina Valpolicella Negrar, rimasto schiacciato sotto il trattore che stava manovrando mentre sempre nel veronese, a Legnano, un operaio ha perso la vita dopo essere stato travolto da una matassa di ferro che stava scaricando da un camion; Donato, 72enne, è scomparso cadendo da un’altezza di cinque metri a Lecce impegnato nella ristrutturazione di un immobile; infine, un altro operaio è travolto da un treno mentre era impegnato a lavorare sulle canaline a lato dei binari in località Ponticelli di Città della Pieve, in provincia di Perugia. Ma la mattina di oggi e già iniziata con la notizia di un operaio 50enne morto nel Materano caduto da un’impalcatura ed un altro nel veronese, il terzo in 24 ore, anche lui caduto dall’alto mentre lavorava per la costruzione di un muretto. E a queste morti si aggiungono i gravi incidenti che hanno coinvolto due operai investiti da iodio vaporizzato durante un intervento di manutenzione negli stabilimenti della Bracco Imaging di Cesano Maderno (Monza); un operaio di 45 anni investito da un furgone mentre era impegnano in un cantiere stradale a Monte Roberto (Ancona) ed il proprietario 36enne dell’Officina Nautica di Livorno rimasto ustionato alle mani e alla testa in seguito ad un incendio”. “Sono numeri di una strage di cui conosciamo solo la punta – dichiara il Presidente Nazionale ANMIL Zoello Forni – dal momento che l‘INAIL ci dice che ogni giorno le denunce di infortunio sul lavoro sono oltre 2.000”. “I trattori si ribaltano come pure i muletti, così come continuano a ripetersi le cadute dall’alto, provocando tutti questi infortuni mortali annunciati ed evitabili – aggiunge Forni costernato per quanto sta accadendo – ed è ora di smetterla di usare parole di circostanza, frasi fatte e lacrime di coccodrillo, perché dietro queste morti ci sono famiglie che piangono e per le cui storie non c’è nulla su cui costruire”. “La nostra Associazione che da 80 anni si occupa delle vittime del lavoro – prosegue il Presidente dell’ANMIL – ed è proprio alle famiglie che rivolge la massima attenzione perché, oltre al dolore, il misero risarcimento previsto da una norma del 1965 mette in ginocchio situazioni familiari spesso non rosee, quali quelle di operai: gli ultimi di una catena dell’economia di cui si parla continuamente ma per i quali poco si fa nel concreto”. “Abbiamo i dati più drammatici di sempre e la nostra indignazione dovrebbe essere somma, invece è sempre tutto uguale: qualche riga nelle pagine della cronaca locale, 90 secondi ‘di gloria’ nei TG nazionali e, dopo un paio di giorni, la memoria sociale e delle Istituzioni finisce lì”, sottolinea Forni.
“Non è più tempo di indugiare su problemi e scelte che tutti conosciamo, ma che nei fatti non vogliamo applicare – continua il Presidente ANMIL – e non serve scendere in piazza: serve scendere dal piedistallo della retorica e trasformare il dolore in azioni positive, come facciamo con le nostre testimonianze, andando nelle scuole e nelle aziende di tutta Italia perché è anche vero che ci sono aziende che ci credono nella prevenzione, si impegnano e riescono a far tornare a casa tutti i lavoratori”.
“L’efficacia delle nostre testimonianze è l’unica iniziativa in grado di scuotere tutti, perché il dolore è universale; e un lutto o anche solo la perdita di un braccio, colpiscono l’attenzione di chiunque.
Nella scorsa legislatura abbiamo chiesto che venisse riconosciuto tra le buone prassi, l’inserimento delle testimonianze nelle scuole e nelle aziende ma non ce l’abbiamo fatta nonostante gli ampi consensi”, ricorda Forni con l’amarezza di chi vede prevalere altri interessi.
“Siamo vicini alle famiglie di Marco, di Donato e di coloro che hanno perso la vita svolgendo il proprio lavoro e siamo pronti a offrire tutta la comprensione e il supporto di un’Associazione fatta di persone che hanno vissuto sulla propria pelle queste tragedie e più di ogni altro sa cosa accade dopo. Per questo – conclude Forni – chiediamo a tutti di fare la propria parte. Ma proprio tutti”.
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