L’ANMIL presenta una panoramica su “Donne, lavoro e infortuni nelle regioni italiane” in occasione della Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo
Roma, 6 marzo – Per richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro al femminile e sulla tutela prevista per le donne che si infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale, l’ANMIL (Associazione fra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del lavoro) in occasione della Giornata internazionale della Donna 2018, organizza in tutte le regioni attraverso le sedi territoriali incontri in cui verranno presentati aggiornamenti statistici sul fenomeno degli infortuni al femminile, curati dagli esperti ANMIL. In una società complessa ed eterogenea, come quella attuale, il ruolo della donna e la conciliazione tra esigenze lavorative e familiari diventano sempre più difficili e proprio alla luce delle condizioni di lavoro e dell’importanza delle donne nell’economia, l’ANMIL vuole focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e i media sulla tematica, in un’ottica di miglioramento del contesto sociale, di vita e lavorativo soprattutto delle lavoratrici rimaste vittime di infortuni.Se si esaminano gli ultimi dati INAIL al femminile (Open Data) si evince che in Italia, nel 2017, si sono registrati 228.744 infortuni, di cui 179.074 in occasione di lavoro e 49.670 in itinere, e, nel periodo 2017-2013, si è avuta una variazione sul totale di -6,7%. Per quanto riguarda invece gli infortuni mortali, il 2017 ha visto 102 casi, di cui 48 in occasione di lavoro e 54 in itinere.
“Per la concomitanza delle elezioni, quest’anno, a livello nazionale l’incontro con le istituzioni è stato rinviato a quando saranno definiti il nuovo governo e le nuove Commissioni parlamentari – dichiara il Presidente nazionale ANMIL, Franco Bettoni – così da poter avviare subito un dialogo ed un confronto mirati”. Tuttavia, “oltre a quanto mostrano le statistiche sul fenomeno degli infortuni al femminile – spiega Bettoni – c’è di più. Infatti, non si può non citare l’aumento dell’occupazione femminile e l’ingresso delle donne in settori lavorativi ad alto rischio di infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente l’impegno di uomini. A tutto ciò si aggiungono i problemi legati alle gravi conseguenze socio psicologiche derivanti da un infortunio, mentre il difficile recupero della autostima condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa”. “Pertanto – conclude il Presidente dell’ANMIL – riteniamo che sia un dovere di tutti cercare di passare, in tempi brevi, dalle parole ai fatti, nel tentativo di migliorare concretamente la situazione”.