Roma, 18 marzo – In data 4 marzo 2021, dopo un anno di consultazioni pubbliche, è stata finalmente pubblicata la Comunicazione della Commissione europea (COM 2021 102 final) contenente il Piano di attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato nel 2017.
In particolare, la Commissione da una parte definisce una serie di misure che si è impegnata ad adottare durante l’attuale mandato, dall’altra propone tre obiettivi a livello UE da raggiungere entro il 2030, contribuendo a orientare le politiche e le riforme nazionali nei settori dell’occupazione, delle competenze e della protezione sociale.
Sul versante occupazionale, le istituzioni europee si impegneranno a: dimezzare il divario di genere a livello occupazionale rispetto al 2019; aumentare l’offerta di servizi formali di educazione e cura della prima infanzia (ECEC); ridurre il tasso di giovani che non hanno un lavoro né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET), senza tralasciare le altre categorie di soggetti vulnerabili (disabili, persone LGBTIQ, ecc.).
Sul piano della formazione, l’Unione europea di prefigge di: aumentare almeno all’80 % le persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni che possiedono competenze digitali di base; ridurre l’abbandono scolastico e aumentare la partecipazione all’istruzione secondaria superiore.
In materia di protezione sociale, l’obiettivo è invece quello di ridurre di almeno 15 milioni entro il 2030 il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale.
Pare fondamentale evidenziare che tra le iniziative europee (legislative e non) per sollecitare l’aumento dei livelli di occupazione di “qualità”, un impegno strategico è dedicato alla materia della salute e sicurezza sul lavoro (SSL). In particolare, la Commissione europea presenterà nel secondo trimestre del 2021 un nuovo quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (2021-2027), che includerà le proposte di aggiornamento della normativa europea in materia. Parallelamente, nel 2022 la Commissione proporrà iniziative legislative per ridurre ulteriormente l’esposizione dei lavoratori alle sostanze chimiche pericolose, compreso l’amianto.
Sul versante della disabilità, è importante sottolineare che tra gli indicatori del quadro di valutazione della situazione sociale è stato aggiunto quello relativo al “Divario nei livelli di occupazione tra persone con e senza disabilità”.
Per approfondire:
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