Proposta direttiva UE contro esposizione lavoratori a amianto

Roma, 30 settembre 2022. In data 28 settembre 2022, la Commissione europea ha licenziato la proposta di direttiva che, in modifica dell’attuale regolamentazione europea, abbassa il livello di esposizione professionale alle fibre d’amianto.
È noto infatti che, nonostante l’amianto sia stato messo al bando in Europa, i lavoratori sono ancora esposti al rischio di contrarre il cancro correlato all’amianto. Ci si riferisce soprattutto ai lavoratori edili impegnati nelle opere di ristrutturazione e demolizione degli edifici. Secondo il Lancet, nei Paesi UE, il 2019 è stato contrassegnato da 90.730 decessi legati all’amianto, mentre una ricerca del Parlamento europeo ha prospettato che, entro il 2029, si raggiungerebbero 120.000 decessi senza intraprendere azioni di contrasto.
Al di là delle prospettive, il quadro attuale è allarmante: nell’UE, il cancro è la prima causa di decessi correlati al lavoro, e ben il 78% dei tumori professionali accertati sono legati all’amianto.
È per tale ragione che il Parlamento UE, nell’ottobre 2021, ha votato per imporre il limite di 0,001 fibre/cm3, posto che qualsiasi limite inferiore non sarebbe in grado di proteggere i lavoratori dal cancro correlato all’amianto, come confermato dalla Commissione internazionale per la salute sul lavoro.
Tuttavia, la Commissione UE ha proposto un limite più concessivo (0,01 fibre/cm3), come richiesto dalle associazioni imprenditoriali. Secondo la Confederazione sindacale europea (ETUC), tale limite non comporterebbe un miglioramento degli standard di protezione in molti Paesi UE (es. Germania, Francia, Danimarca) e, addirittura, sarebbe più permissivo rispetto al limite imposto in altri Stati (es. Paesi Bassi). La motivazione sarebbe l’onere sproporzionato in capo alle imprese: secondo la Commissione, il limite proposto dal Parlamento UE e dai sindacati costerebbe alle imprese 100 miliardi di euro.
A fronte di questa posizione, ETUC ribadisce che si tratterebbe di un costo una tantum, significativamente inferiore al costo annuale di 40 miliardi di euro sostenuto dai sistemi sanitari pubblici per la cura delle persone che hanno contratto il cancro correlato all’amianto.
È per questo motivo che il sindacato europeo sta lavorando affianco del Parlamento UE per migliorare la proposta di direttiva.
Emblematiche sono le parole di Tom Deleu, Segretario Generale della Federazione europea delle costruzioni e dei falegnami (EFBWW), secondo cui ci sono 35 milioni di edifici che contengono l’amianto, edifici che saranno ristrutturati o demoliti dai lavoratori nel contesto della Renovation Wave e del Green New Deal europeo. È per questo motivo che bisogna adottare un limite di esposizione molto stringente, per evitare che i casi di cancro amianto-correlato subiscano una impennata. Oltretutto, è necessario che la Commissione europea adotti una strategia completa sull’amianto che coinvolga settori come il rinnovamento energetico degli edifici, la mappatura degli stabili con amianto, il contrasto alle malattie professionali e un piano europeo di rimozione dell’amianto.

 

(Fonti: Commissione europea, ETUC, 28 settembre 2022)