(Commissione europea, 9 dicembre 2021)
Roma, 27 dicembre 2021 -Lo scorso 9 dicembre 2021, la Commissione europea ha licenziato la proposta di direttiva relativa al miglioramento delle condizioni di impiego nel lavoro mediante piattaforme digitali.
Lo scopo è, da un lato, tutelare i lavoratori su piattaforma e, dall’altro, garantire certezza giuridica alle imprese riguardo lo status contrattuale e l’organizzazione del lavoro da adottare nei diversi Paesi europei.
Il lavoro su piattaforma coinvolge diversi settori economici – dalla consegna a domicilio ai lavori domestici, dai micro-incarichi ai lavori specializzati – e molteplici imprese, che operano con schemi organizzativi difformi. Inoltre, per alcuni lavoratori si tratta della principale fonte di reddito, per altri rappresenta un’integrazione delle entrate.
In tutta Europa, numerose sentenze hanno recentemente confermato che tali lavoratori erano erroneamente inquadrati come autonomi, riconoscendone invece la subordinazione. In pochi casi, infatti, i lavoratori su piattaforma sono autonomi “puri”.
Di fronte ad un quadro così disomogeneo, alimentato dalla scarsa trasparenza contrattuale e dalle inadeguate tutele lavoristiche e previdenziali, la direttiva contiene una serie di criteri per determinare lo status contrattuale, subordinato o autonomo, dei lavoratori su piattaforma. In questo modo, la situazione occupazionale si baserà su elementi fattuali che caratterizzano il rapporto di lavoro, indipendentemente dalla tipologia contrattuale adottata, ove esistente.
Di tenore particolarmente protettiva è la disposizione che prescrive la presunzione (confutabile) dell’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato, nel caso in cui le piattaforme esercitino il controllo sui lavoratori.
È evidente che la presunzione permetterà al lavoratore su piattaforma di accedere alle tutele “forti” della subordinazione in molteplici ambiti, come la salute e sicurezza, il salario e la previdenza.
La trasparenza contrattuale, inoltre, sarà garantita attraverso una regolazione puntuale della c.d. “gestione algoritmica” delle piattaforme, ossia dei sistemi automatizzati che monitorano e valutano il lavoro, sostituendosi, in buona sostanza, ad una figura manageriale. Anche l’uso di tali sistemi, infatti, può comprimere l’autonomia dei lavoratori e celare un rapporto di lavoro subordinato.
In aggiunta, la proposta prevede l’obbligo in capo alle piattaforme di istituire canali di comunicazione digitali attraverso cui i lavoratori possano comunicare ed essere contattati dai rappresentanti sindacali.
Oltre alla direttiva, è in progetto l’emanazione di orientamenti che mirano ad incentivare la contrattazione collettiva dei lavoratori autonomi che si trovano in una posizione di debolezza, come molteplici lavoratori su piattaforma. Finora, infatti, la disciplina europea in materia di concorrenza ha fortemente limitato l’autonomia negoziale dei lavoratori autonomi in quanto ritenuti “imprese”.
Per approfondire: COM_2021_762_final_it