Roma, 14 novembre 2022. La Consulenza statistico attuariale dell’Inail ha pubblicato un rapporto che illustra l’andamento degli infortuni e delle malattie professionali nel settore del Turismo, dove nei servizi di alloggio e ristorazione si annoverano quasi un milione e mezzo di lavoratori.
Si tratta di un settore particolarmente colpito dalla crisi economica causata dall’emergenza pandemica, che ha impattato in modo evidente anche sui numeri riferiti agli incidenti sul lavoro. In effetti, nel 2020, le denunce di infortunio professionale sono diminuite del 37% rispetto all’anno precedente: si tratta del calo più elevato dell’intero comparto Industria e servizi.
Rispetto al triennio 2017-2019, in cui gli infortuni registrati sono stati circa 30mila, nel 2020 il dato si attesta a circa 19.500, per poi risalire a 21mila nel 2021. Si tratta comunque di cifre più basse rispetto ai livelli pre-pandemici.
Quasi 8 denunce su 10 riguardano la Ristorazione e, nell’ultimo quinquennio, 1 caso su 5 è riferito ad incidenti in itinere (tragitto casa-lavoro). Rispetto invece ai danni subìti negli incidenti occorsi in occasione di lavoro, nel 40% dei casi il lavoratore si è procurato lesioni fisiche per movimenti inopportuni e scoordinati, con o senza il coinvolgimento di oggetti. Nel 25% dei casi, invece, è avvenuta la perdita di controllo di un mezzo, attrezzatura o utensile, mentre il 20% è riferito a cadute o scivolamenti.
Quasi la metà delle denunce riguarda i giovani, nella fascia di età under 34 (46%), seguita dai 35-54enni (40%), mentre le professionalità più colpite sono cuochi, camerieri e addetti ai servizi di pulizia. La quota maschile (52%) è leggermente superiore a quella femminile e rileva l’ampia fetta di lavoratori stranieri colpiti, ossia il 23% delle denunce contro il 19% riferito al comparto Industria e servizi. La maggior parte delle denunce proviene dal Nord-est (1/3), e a seguire dal Nord-Ovest (27%), Centro (23%) e Sud (17%).
Altro dato di rilievo riguarda i decessi, che sono al minimo storico. Nel 2021, i casi mortali denunciati sono stati 41, il valore più basso negli ultimi cinque anni. Il maggior numero di vittime è concentrato nella Ristorazione (31 su 41, pari al 76%) e ha colpito soprattutto lavoratori di sesso maschile (90%). L’età media dei deceduti è più alta rispetto a quella riferita agli infortunati: 1 su 4 ha oltre 54 anni.
Anche in questo caso, la quota dei lavoratori stranieri è considerevole (18%), mentre il territorio più colpito è il Mezzogiorno (36%), che precede il Nord-Est (23%), il Nord-Ovest (22%) e il Centro (19%).
L’andamento delle malattie professionali non è dissimile da quello riferito agli infortuni. Nel 2020 si è registrata una forte contrazione (-27% rispetto al 2019) mentre nel 2021 rileva un +19%. Si tratta comunque di numeri al di sotto dei livelli pre-pandemici. Anche in questo caso, l’incremento più significativo ha riguardato la Ristorazione (+21,4%, con 8 denunce su 10). Le malattie maggiormente denunciate sono a carico del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo, seguite da quelle del sistema nervoso con 219 casi (19,9%).
Per approfondire si rinvia al rapporto della Consulta (Fonte: Inail, 14 novembre 2022).