Roma, 7 luglio 2021 – La Terza sezione della Corte di Cassazione, con sentenza depositata lo scorso 2 luglio, ha respinto il ricorso dell’Ilva in Amministrazione straordinaria e confermato la legittimità delle sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Taranto, che avevano riconosciuto il diritto al risarcimento per il “ridotto godimento dei propri immobili” ad un gruppo di cittadini proprietari degli appartamenti di una palazzina del quartiere Tamburi, in conseguenza dei danni causati alle loro abitazioni dall’inquinamento e dalle polveri minerali generate dal siderurgico Ilva.
Polveri e fumi negli anni hanno gravemente nuociuto alla vivibilità e all’agibilità degli appartamenti, deprezzandone fortemente il valore economico e, quindi, anche l’eventuale possibilità di metterli in vendita sul mercato immobiliare.
I proprietari hanno iniziato 15 anni fa la battaglia legale e ottenuto già un risarcimento danni, ma hanno rischiato di ristabilire l’indennizzo qualora la Cassazione non avesse confermato la sentenza loro favorevole in appello.
Si tratta di una sentenza importante in quanto non solo costituisce un precedente che apre ora la strada ad altri cittadini nelle stesse condizioni, ma porta ancora una volta alla luce il problema dell’inquinamento che lede il territorio tarantino e che investe oltre che tutti i cittadini di Taranto anche i lavoratori del siderurgico costretti a respirare polveri, fumi e vapori.
Su questi temi ribadiamo l’attenzione e la lotta che l’ANMIL sostiene da anni, anche attraverso la sua presenza nei diversi procedimenti penali instaurati contro l’ILVA, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Ex Ilva: confermato diritto al risarcimento per proprietari delle case deprezzate a rione Tamburi a cura dell’Ufficio Istituzionale e Affari Legali
