Roma, 13 ottobre 2022 – L’Inail ha pubblicato i dati riferiti all’incidenza degli infortuni e delle malattie professionali nel settore dell’Edilizia, evidenziando che la ripresa delle attività nel settore ha comportato un aumento dei casi.
Le costruzioni rappresentano il 9,6% del Pil italiano e impiega circa 1,3 milioni di addetti. Si tratta dunque di un settore particolarmente rilevante, fortemente colpito dalle restrizioni imposte durante la pandemia. Nel 2021 si registra tuttavia una sostanziosa ripresa delle attività, in ragione della crescita degli occupati (+7,7%) sollecitata dai forti investimenti pubblici e privati nel settore (+22,3%).
A questo aumento è però corrisposta una impennata degli incidenti sul lavoro (+17,7%, pari a 38.541 casi) e delle malattie professionali denunciate (+28,8%).
Pertanto, l’Edilizia si conferma come uno dei settori a maggiore rischio per i lavoratori, soprattutto in ragione del consistente sforzo fisico connaturato all’attività lavorativa, degli ambienti di lavoro poco agevoli e delle condizioni climatiche estreme.
In riferimento agli infortuni, ad essere colpiti sono quasi esclusivamente uomini (97,4%) e soggetti al di sotto dei 50 anni. Tuttavia, si registra un aumento di infortuni negli over 49 (dal 33,5% nel 2017 al 37,2% nel 2021) e un consistente numero di casi mortali tra i lavoratori più anziani nella fascia di età 50-64 anni. Sono loro, infatti, a costituire oltre la metà degli incidenti mortali nel settore (56,2%).
Rispetto al 2020, i casi mortali sono diminuiti del 3%, collocando il settore al secondo posto per valore assoluto dopo il Manifatturiero. Si registra inoltre che l’incidenza dei decessi sul totale degli infortuni denunciati nel settore è la più elevata tra tutti i comparti dell’Industria e servizi: questo dato conferma che le attività svolte nei cantieri sono tra le più pericolose. Un incremento significativo, inoltre, riguarda gli incidenti nel tragitto casa-lavoro che registrano un +40%.
L’Edilizia, inoltre, annovera il maggior numero di lavoratori con conseguenze in termini di postumi permanenti di elevata gravità rispetto all’Industria e servizi.
Nel dettaglio, la quota di postumi di grado compreso tra 1 e 100, nel quinquennio 2017-2021, è mediamente del 27% (contro il 17%), mentre i soli indennizzi in morte hanno un’incidenza doppia (0,4% rispetto allo 0,2%). Quasi un quarto dei casi (23,1%) interessa la mano, che rappresenta la parte del corpo più esposta: nella metà degli eventi si tratta di ferite e, in minor misura, di fratture. A seguire, si contano i danni alla colonna vertebrale (8,9%) e alla caviglia (8,2%).
Rispetto alle malattie professionali, si registra un forte incremento di denunce di nuovo nel settore edile, dai 6.914 casi del 2020 agli 8.864 del 2021, con un incremento del 28,2%. È il settore delle costruzioni a collocarsi al secondo posto in termini assoluti, preceduto soltanto dal comparto manifatturiero.
Nel settore edile, il 75,4% dei casi riguarda le patologie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (6.579 casi). Seguono poi quelle del sistema nervoso (916) e dell’orecchio (912), che totalizzano poco più del 10% delle malattie denunciate nel settore, delle patologie del sistema respiratorio (163) e dei tumori (82).
(Fonte: Inail, 13 ottobre 2022)