Dal Fondo vittime dell’amianto indicazioni per migliorarne e stabilizzarne la tutela di Giuseppe D’Ercole, Presidente del Comitato amministratore del Fondo per le vittime dell’amianto

L’amianto continua a colpire nel mondo del lavoro e nella società civile. Urge accelerare le bonifiche e potenziare la ricerca delle terapie efficaci e l’assistenza sanitaria specialistica. Possiamo, invece, con prudenza ritenere che ci possono essere le condizioni affinché il sistema di sostegno economico di assistenza alle persone e ai lavoratori danneggiati dall’esposizione all’amianto possa finalmente arrivare a definire modalità di interventi soddisfacenti e dignitosi. Per quanto riguarda la parte del Fondo per le vittime dell’amianto riservata alle vittime “professionali”, il Comitato amministratore del Fondo sta lavorando per dare certezza di regolarità temporale delle erogazioni. La soluzione in fase di definizione nel Comitato ipotizza, senza oneri aggiuntivi per lo Stato e le imprese, la ripartizione sulla platea degli aventi diritto della quota dei 22 milioni del contributo dello Stato entro il primo semestre di ogni anno e, nel primo semestre dell’anno successivo, la ripartizione dei 7,3 milioni del contributo delle imprese. A regime ogni lavoratore dovrebbe ricevere nel primo semestre di ogni anno la quota dello Stato dell’anno in corso e la quota delle imprese per i contributi versati nell’anno precedente. Certezza e regolarità delle erogazioni significa mettere ciascuno nelle condizioni di poter fare affidamento su queste disponibilità economiche. Il Comitato, inoltre, è consapevole che bisognerà affrontare a breve e risolvere la riduzione del valore del contributo economico del Fondo per i professionali, a causa delle dinamiche oggettive in corso. La platea degli aventi diritto alle prestazioni del Fondo, infatti, cresce per i nuovi malati che si registrano ogni anno e per la sopravvenienza degli eredi rispetto a coloro che vengono a mancare, mentre le risorse al Fondo sono fisse, ogni anno pari complessivamente a 29,3 milioni. Il Comitato cercherà di suggerire delle soluzioni al legislatore e agli organi di governo competenti per stabilizzare una prestazione economica che non sia inferiore per i prossimi malati rispetto a quanto percepito dai malati del primo periodo di attività del Fondo. Per le vittime “non professionali” l’esperienza di questi primi due anni ci segnala due problemi sottovalutati. Il primo è la forte carenza di informazione. Questa pubblicazione, merito dell’Istituto che ha accolto prontamente la sollecitazione del Comitato amministratore del Fondo, ha il compito di sopperire a questa lacuna che ha colto tutti di sorpresa. Il secondo, che deve far riflettere, è che il dramma del mesotelioma, nei casi in cui la diagnosi arriva in una fase molto avanzata della malattia, non lascia nemmeno le energie per chiedere aiuto. La diffusione di questo opuscolo nei centri specialistici ospedalieri potrebbe essere di pronto supporto. A fronte delle risorse che rimangono disponibili per le vittime non professionali si evidenziano due considerazioni: la prima è la possibilità di prorogare anche nei prossimi anni l’erogazione del contributo assistenziale che il Parlamento ha limitato, in fase sperimentale, al triennio 2015-2017. La seconda è la possibilità di valutare l’incremento del valore economico del contributo per i malati di mesotelioma “non professionali” a fronte delle disponibilità economiche già stanziate a loro favore. Su questi aspetti il Comitato amministratore del Fondo ha aperto una riflessione che svilupperà recependo anche i suggerimenti che arriveranno dalle persone e dalle associazioni attente alla problematica. L’obiettivo è quello di fornire al legislatore e ai responsabili politici le indicazioni utili per migliorare e stabilizzare un dignitoso sostegno economico a tutte le vittime dell’amianto, a conferma del valore civico e solidale che ha il Fondo. Tipolitografia Inail – Milano – 3/2017 Inail, la persona al centro del nostro impegno.