Un’analisi del Decreto Milleproroghe prima della sua conversione in legge a cura dell'Ufficio Servizi Istituzionali

16 gennaio 2020 – Il Decreto Milleproroghe, approvato salvo intese dal Consiglio dei Ministri lo scorso 21 dicembre, è stato firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31 dicembre 2019, in attesa della sua conversione in legge da parte del Parlamento.
Nel lungo elenco di proroghe, tra quelle più gettonate da contribuenti e utenti vanno ricordate: la conferma fino al 31 dicembre 2020 del “bonus verde” del 36% sulle spese sostenute per giardini, terrazze e parti comuni di edifici condominiali; la data del 1° gennaio 2022 per l’addio al mercato tutelato nei settori dell’energia elettrica (clienti domestici e piccole imprese connesse a bassa tensione) e del gas naturale solo per clienti domestici; lo stop degli aumenti dei pedaggi autostradali. Slitta al 16 febbraio l’entrata in vigore della nuova Rc auto familiare, che permetterà di beneficiare della fascia assicurativa più bassa fra i veicoli di proprietà del nucleo familiare, mentre anche nel 2020 si potrà usufruire degli incentivi per l’acquisto di motorini o scooter ibridi ed elettrici, a patto di rottamare motorini o scooter Euro 0-Euro3.
Sul fronte lavoro, il provvedimento prevede una serie di misure di sostegno al reddito dei lavoratori di aziende in crisi, a cominciare da Ilva. Per il 2020, infatti, si proroga l’integrazione economica del trattamento di Cigs per i dipendenti del colosso dell’acciaio nel limite di 19 milioni di euro. Con un’altra disposizione si autorizza il trattamento straordinario di integrazione salariale previsto dalla manovra 2018 anche nelle regioni Campania e Veneto, prive di tale misura contemplata, invece, per tutte le altre aree di crisi industriale complessa. E ancora: si autorizzano, anche nel 2020, i trattamenti di mobilità in deroga, prevedendo anche l’applicazione della misura a favore dei lavoratori che hanno cessato o cessano la mobilità ordinaria o in deroga entro il 31 dicembre 2020. Sempre per il prossimo anno, poi, il milleproroghe “allunga” il sostegno al reddito per i lavoratori del settore call-center, quando la sospensione o la riduzione dell’attività lavorativa sia determinata da una crisi aziendale.