6 aprile 2022 – Lo scorso 30 marzo il Contact Center SuperAbile Inail ha organizzato un appuntamento online (clicca qui per rivedere la registrazione) per fare il punto della situazione delle presone con disabilità che si trovano coinvolte nel conflitto armato in atto nel territorio ucraino.
L’incontro dal titolo “Le persone con disabilità tra fuga dal paese e accoglienza in Italia” ha visto la partecipazione, oltre che di rappresentanti di SuperAbile e di Inail, delle Associazioni FISH e FAND, della Caritas diocesana di Roma, di Save The Children, della Protezione Civile ed altri ospiti tra i quali è stato ascoltato un intervento registrato del giornalista inviato del Tg3 Rai Nico Piro che ha posto l’accento, oltre che sulle difficoltà nelle quali riversano le persone con disabilità in aree di conflitto, sul moltiplicarsi della disabilità in occasione di guerra.
“La guerra – ha affermato Piro – rende tutto più difficile. In guerra le persone cosiddette “normodotate” finiscono in una condizione di grave difficoltà ma quelle che hanno una disabilità finiscono in un vero e proprio inferno: chi è costretto a fuggire perde la rete di sostegno medico e sanitario, di fisioterapia, di servizio che riguardano la gestione di una condizione o di una patologia cronica, senza sapere se e quando potrà recuperare, e nel frattempo perdendo settimane, mesi e perfino anni a scapito della propria salute”.
Il giornalista, forte di una lunga esperienza di inviato del conflitto afghano, ha poi ricordato: “Quando sentite parlare di autobomba, di bombardamenti, di esplosioni, noi giornalisti diamo i numeri, diciamo “15 morti e 100 feriti” e quando sentiamo la parola ‘feriti’ pensiamo che quelli siano i fortunati, quelli che ce l’hanno fatta. Sono sopravvissuti, è vero, ma l’algebra del conflitto genera sempre più ferite e sempre più feriti che nessuno potrà curare. Negli anni ho visto negli ospedali, al crescere delle cariche esplosive e della ferocia delle armi, persone mono amputate lasciare il posto a pluri amputati: se un tempo vedevamo frequentemente l’amputazione di una gamba, oggi tragicamente troviamo bambini, donne e uomini a cui mancano più arti. La guerra genera disabilità, genera un carico di assistenza su società, già piegate, che non riusciranno a garantire a chi una disabilità neppure un minimo di assistenza”.
Piro ha ricordato l’orrenda evoluzione delle armi da guerra, studiate sempre più per generare feriti, ergo disabilità, in quanto la disabilità crea un handicap anche nell’azione dell’esercito avversario.
“Ogni guerra insomma” conclude Piro “determina effetti a lungo termine che graveranno sulle popolazioni per decenni e decenni, e fra gli elementi più tragici c’è proprio quello di mettere a rischio la sopravvivenza delle persone con disabilità, oltre che generare il moltiplicarsi della disabilità stessa”.
Piro (Tg3), la guerra determina il moltiplicarsi della disabilità
